lunedì 27 giugno 2016
Non è...
...un'ovvietà che "Scrivere è gioia e lotta", come mi càpita di leggere?
Se si ha una coscienza, un tarlo stilistico, persino un "poetar lieve" deriva da una elaborazione, poiché qualche vezzo linguistico si radica in chiunque.
Ed in un'idea di scrivere piano pure i peccatucci vanno sradicati con un'attenta revisione.
Dunque Carlo Emilio Gadda aveva ragione, e non solo per sé stesso e per il suo modo di scrivere.
Alcuni hanno presto imparato questa lezione da Dante Alighieri e da Guido Cavalcanti, quindi dai provenzali; poi hanno trovata una conferma del precetto nel Sant'Aquila.
La risposta però alla domanda iniziale, per i più, la loro convinzione, è: "no"; perché ormai scrivere, in certi luoghi, è ovvio, persino una noia d'obbligo.
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