giovedì 7 luglio 2016
Novità?
Scrivere agli amici in poesia si fa quantomeno dai tempi del venusino Quinto Orazio Flacco.
Non c'è bisogno di "insultare" i morti cercando di spacciare per pratica rivoluzionaria ciò che non lo è onde dar ad un compianto la soddisfazione di esplosive vendite postume.
Amerei quindi si presentasse ciò che si ritiene valido, non il nuovo.
Che perlopiù non è tale - ed utilizzando "perlopiù", mi limito -.
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